Suddetta tecnologia si distingue per il suo utilizzo intelligente del territorio. I pannelli solari, infatti, possono essere installati in modo da garantire la giusta luce alle coltivazioni. Ciò offrendo allo stesso tempo ombreggiatura per ridurre lo stress idrico. Elementi di fondamentale importanza per favorire un impianto ben equilibrato.
E non è tutto. Il sistema può favorire la biodiversità se progettato correttamente. Ovvero evitando interventi invasivi e mantenendo il suolo fertile. Nonostante i benefici, la Sardegna vive una fase di stallo
. Di recente, due grandi progetti di impianti agrivoltaici sono stati bocciati. Il primo, proposto dalla cinese Chint Solar, prevedeva un sistema da 385 MW con accumulo energetico. Il secondo presenta dimensioni più contenute (64,40 MW). Entrambi sono stati respinti per ragioni ambientali e paesaggistiche.La Sardegna, come altre regioni italiane, si trova a dover bilanciare esigenze diverse. Se da un lato punta a promuovere le energie rinnovabili, dall’altro deve tutelare il paesaggio e sostenere l’economia locale. A tal proposito. è necessario trovare un compromesso tra sviluppo tecnologico e conservazione ambientale. Ciò promuovendo un dialogo costruttivo. Coinvolgendo istituzioni, aziende e comunità locali. Solo con un approccio partecipativo si potrà garantire uno sviluppo sostenibile. Il tutto trovando il compromesso ideale tra il patrimonio naturale e culturale dell’isola. Sono interventi necessari anche in vista delle nuove norme relative alla cura del nostro ambiente e al processo di decarbonizzazione.