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Microsoft risponde alle accuse sui metodi di addestramento della sua AI

Microsoft Copilot

Stando a quanto emerge in rete in queste ore, sembra che Microsoft sia appena stata accusata di utilizzare dei file su Word e Excel al fine di addestrare i suoi modelli legati all’intelligenza artificiale.

Microsoft: come si disattiva la funzione?

Sembra che questa feature sia attiva di default e che non si possa disattivare con semplicità. Grazie ad una procedura online però, siamo riusciti a trovare la soluzione: seguite con noi i seguenti passaggi. In prima istanza, all’interno di Windows dovrete cliccare su File, pigiare su Opzioni e poi su Centro protezione e infine su Impostazioni Centro protezione. A questo punto andate nelle opzioni della privacy e poi su Impostazioni privacu. Vi basterà togliere la spunta Esperienze connesse facoltative.

La fonte che ha scovato ciò suggerisce alle persone che usano le app di Excel e Word di disattivare la spunta presto. L’account X della compagnia però ha risposto che la società non addestra i propri modelli AI con i dati dei clienti; l’opzione sopracitata serve per abilitare diverse featuers che necessitano di una rete Internet come il servizio di co-authoring. Altri utenti affermano che le “Esperienze connesse facoltative” fanno parte della suite Microsoft da diverso tempo, anche prima dell’integrazione con l’intelligenza artificiale.

Il primo account che ha sottolineato la problematica è stato il profilo X Nixcraft, già noto ai più per essere un sostenitore del software libero e open-source e tratta spesso di tematiche riguardanti il mondo Linux. Il post originale è del 24 novembre e la risposta ufficiale del colosso di Redmond invece, è del 25. Siamo curiosi di vedere come si evolverà la pratica e se ci saranno sviluppi in merito. Quel che è certo è che, leggendo le pagine di supporto di Microsoft si nota che le Esperienze connesse facoltative non sembrano essere associate ai riferimenti al machine learning o allo sviluppo dell’apprendimento dell’intelligenza artificiale con i dati degli utenti.

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Pubblicato da
Manuel De Pandis