Stellantis ha ufficialmente annunciato la chiusura dello stabilimento Vauxhall di Luton. Dichiarazione che conduce ad una svolta per il colosso automobilistico italo-francese nel Regno Unito. Tale decisione infatti potrebbe comportare la perdita di circa 1.100 posti di lavoro. Eppure rientra in un piano di consolidamento che mira a rafforzare le operazioni presso Ellesmere Port, nel Cheshire. Lo stabilimento era già stato oggetto di un investimento di 100 milioni nel 2021. Ed oggi diventerà il primo impianto della società dedicato esclusivamente ai veicoli commerciali elettrici a batteria a livello mondiale.
Con ulteriori 50 milioni di sterline, Stellantis punta così a creare un punto di produzione sostenibile per veicoli elettrici. Il quale si prepara a diventare il simbolo della trasformazione energetica dell’azienda. La chiusura di Luton, dove Vauxhall ha prodotto veicoli per oltre 120 anni, ha però suscitato non poche reazioni. A tal proposito si è espresso il sindacato Unit. Egli ha definito questa decisione assolutamente inaccettabile e ha chiesto l’intervento del governo britannico per salvaguardare l’occupazione e mantenere viva una tradizione storica.
La riorganizzazione di Stellantis rispecchia alla perfezione le difficoltà che le case automobilistiche europee stanno affrontando nel promuovere i veicoli elettrici. Soprattutto all’interno di un mercato in continua evoluzione. Lo stabilimento di Luton avrebbe dovuto iniziare la produzione di veicoli commerciali leggeri elettrici. In particolare per marchi come Vauxhall, Citroën e Peugeot nel 2025. Ma sembra abbia preferito concentrare le risorse su Ellesmere Port. Questo impianto ora rappresenta quindi una scommessa importante per Stellantis nella sua strategia di elettrificazione.
La multinazionale ha avviato trattative con sindacati e dipendenti per esplorare opportunità di ricollocazione presso la struttura e garantire sostegno lavorativo a chi resterà escluso. Insomma, tale decisione arriva in un momento di incertezza per l’industria automobilistica. In cui la concorrenza e la pressione per ridurre le emissioni continuano a cambiare il futuro del settore.