La plastica è uno dei materiali più utilizzati al mondo, grazie alla sua leggerezza, resistenza e basso costo. Tuttavia, la sua diffusione ha gravi impatti ambientali, poiché non è biodegradabile e tende ad accumularsi nell’ambiente, contaminando l’aria, il suolo e l’acqua. Le microplastiche, rilasciate nell’ambiente, possono essere ingerite dagli animali e, a catena, anche dagli esseri umani. Recenti studi hanno rilevato tracce di microplastiche in vari organi umani, come cervello, fegato e reni, con conseguenze potenzialmente dannose per la salute, tra cui malattie cardiovascolari e tumori.
Le nuove plastiche supramolecolari, futuri sostituti delle microplastiche
Per far fronte a questo problema, un gruppo di ricercatori giapponesi ha sviluppato un nuovo tipo di plastica, più sicura e sostenibile. Si tratta delle plastiche supramolecolari, polimeri uniti da legami reversibili, che rappresentano un passo avanti rispetto alle plastiche biodegradabili attuali. Queste plastiche sono progettate per dissolversi in acqua marina e formare composti che possono essere metabolizzati dall’ambiente, evitando la formazione di microplastiche.
Il processo chimico alla base di questa plastica innovativa coinvolge interazioni elettrostatiche tra molecole, che la rendono stabile in condizioni normali ma facilmente degradabile in acqua salata. Questo tipo di plastica è stato sviluppato utilizzando monomeri ionici come l’esametafosfato di sodio e un composto basato su ioni guanidinio, che creano legami crociati tra le catene polimeriche. Questi legami conferiscono stabilità e flessibilità, ma sono facilmente degradabili dai batteri quando immersi in acqua salata.
Oltre a essere resistente, questa plastica è anche non tossica, non infiammabile e facilmente riciclabile. I ricercatori sono riusciti a recuperare gran parte degli ingredienti originali attraverso il riciclaggio in acqua salata, e la plastica si è degradata completamente nel terreno in soli dieci giorni, rilasciando sostanze nutritive come fosforo e azoto, utili per la fertilizzazione del suolo. Questo materiale innovativo potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro l’inquinamento da plastica.