La fabbrica Stellantis di Mirafiori sospenderà la produzione delle Carrozzerie per un mese intero. L’annuncio ha scatenato reazioni dure tra i sindacati. I quali hanno definito tale situazione davvero “drammatica”. Dal 2 dicembre al 17 dello stesso mese, l’attività si fermerà a causa della scarsa domanda della FIAT 500 elettrica. Mentre dal 18 dicembre al 5 gennaio lo stabilimento chiuderà per le festività. La produzione riprenderà solo l’8 gennaio 2025. L’azienda ha siglato un accordo con le parti sociali per la gestione delle feste. Ha poi attribuito il fermo al crollo delle vendite delle city car elettriche in Europa. Le quali sono diminuite del 54% nei primi dieci mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Stellantis: sindacati all’attacco, una crisi senza fine
Un portavoce di Stellantis ha sottolineato che la scelta di produrre la futura 500 ibrida a Mirafiori rappresenta un impegno verso la sostenibilità e il territorio. Ma per circa 1.300 lavoratori sarà ancora una volta cassa integrazione, una misura che pesa sulle loro famiglie. L’ azienda ha tenuto a precisare che tale sospensione riguarda esclusivamente le Carrozzerie. Dunque gli altri reparti della fabbrica continueranno a lavorare fino al 18 dicembre.
Il futuro di Mirafiori è sempre più incerto. I sindacati denunciano l’abuso di ammortizzatori sociali, che prosegue ormai da 18 anni consecutivi. In più temono che il 2025 possa aggravare ulteriormente la situazione. La nuova 500 ibrida, prevista per la fine del prossimo anno, non basterà a rassicurare i lavoratori. Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino, ha attaccato la gestione di Stellantis. Si è infatti posto contro di lei per la mancata trasparenza e assenza di dialogo con i rappresentanti sindacali.
Secondo Samuele Lodi, responsabile automotive della Fiom-Cgil nazionale, il Governo e Stellantis devono assumersi le loro responsabilità. Da un lato, l’Esecutivo riduce i fondi per il settore automotive; dall’altro, l’azienda non garantisce stabilità occupazionale e produttiva. Lodi ha chiesto quindi un confronto immediato a Palazzo Chigi, avvertendo che senza interventi il settore rischia di scomparire definitivamente dall’ Italia. I sindacati promettono battaglia e non escludono proteste furiose.