A tal proposito, uno studio condotto dall’agenzia di traduzione Lokalise mette in luce come sia cambiata la percezione degli utenti in merito a tali tecnologie. Solo un anno fa, il 70,3% degli intervistati si dichiarava frustrato dai limiti dei traduttori automatici. Oggi, tale percentuale è scesa al 32%. Si tratta di un cambiamento notevole, raggiungendo un miglioramento del 38,3%.
Ma cos’è che rende i traduttori AI così diversi dai loro predecessori? La capacità di interpretare espressioni idiomatiche
è un esempio importante. I sistemi AI sono riusciti a raggiungere un livello di comprensione contestuale impensabile con i vecchi strumenti.Le applicazioni pratiche per tale tecnologia sono davvero tantissime. Si parte dalla localizzazione di documentazione tecnica per prodotti globali. Fino ad arrivare anche all’adattamento culturale di contenuti social, app e software. L’AI permette di ideare esperienze su misura per le diverse circostanze. Aziende come Alibaba e Duolingo sono già all’avanguardia in tale campo. Quest’ultime, infatti, utilizzano l’AI per rendere i loro contenuti più coinvolgenti. Oltre che, come suggerito, culturalmente rilevanti.
È importante sottolineare che, anche in suddetti casi, la cooperazione tra uomo e macchina resta fondamentale. L’intervento umano è essenziale, soprattutto per lingue meno diffuse o settori che richiedono un’estrema precisione. Anche se l’AI riduce i tempi e i costi, i traduttori umani mantengono il loro valore. Quest’ultimi, infatti, sono i soli che possono garantire qualità e accuratezza delle traduzioni. Ciò anche nei contesti più articolati.