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L’ Italia e le emissioni 2025: una nuova visione per la transizione

La transizione ecologica non è un mero obiettivo. Al contrario si tratta di una vera sfida, per l’intera industria europea. La proposta avanzata dall’Italia, insieme a otto Paesi dell’UE, sottolinea l’urgenza di adottare un approccio più flessibile e inclusivo per il settore automobilistico. Il “non-paper” italiano spinge per una revisione del regolamento europeo. Ma soprattutto all’ introduzione del principio di neutralità tecnologica. Questo approccio mira a favorire lo sviluppo di diverse soluzioni innovative. Senza però concentrare tutti gli sforzi esclusivamente sui veicoli elettrici.

La posizione dell’ Italia: neutralità tecnologica e incentivi

Al centro della proposta vi è anche l’esigenza di garantire incentivi stabili e duraturi per i consumatori europei. In Italia, secondo il governo, solo attraverso un sostegno continuativo sarà possibile incentivare l’adozione di tecnologie sostenibili. Ma soprattutto preservare la competitività industriale. Un ulteriore punto critico riguarda l’autonomia nell’approvvigionamento delle materie prime. Ovvero quelle indispensabili per la produzione di batterie. Un elemento fondamentale per ridurre la dipendenza da fornitori esterni e rafforzare l’economia di tutta l’ Europa.
L’introduzione di nuovi limiti di emissione

, fissati a 94 g/km di CO2 per il 2025, rappresenta un ostacolo importante per molte case automobilistiche. I firmatari del documento sono stati Repubblica Ceca, Austria, Polonia e altri Paesi. I quali hanno evidenziato come le sanzioni previste per il mancato rispetto di questi standard possano gravare troppo sull’industria. Si stima infatti che le multe complessive potrebbero raggiungere persino i 15-17 miliardi di euro.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso soddisfazione per il consenso ottenuto a Bruxelles. In cui la proposta ha ricevuto il sostegno di Confindustria e delle sue controparti tedesca e francese. Urso ha ribadito che la revisione del regolamento non mira a rallentare la transizione ecologica. Ma a renderla più sostenibile dal punto di vista economico e sociale. In più si propone di salvaguardare i posti di lavoro e promuovere diverse soluzioni tecnologiche. La sfida per il settore è quindi molto complessa. Ma il dialogo avviato potrebbe rappresentare un primo passo verso un equilibrio tra sostenibilità e sviluppo.
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Pubblicato da
Ilenia Violante