Nel 2023, l’Italia ha raggiunto un tasso record di motorizzazione. Con 69,4 auto ogni 100 abitanti. Tale fenomeno, se da un lato testimonia la centralità dell’auto nella vita quotidiana degli italiani, dall’altro solleva preoccupazioni per il suo impatto ambientale, economico e sociale. L’elettrico fatica a decollare, con una quota che rimane ancorata allo 0,54%.
Un altro dato importante riguarda l’età media delle vetture. Oltre il 23% dei veicoli ha più di 20anni. Un indice delle problematiche economiche di molte famiglie. Quest’ultime, infatti, spesso scelgono di rimandare l’acquisto di nuovi mezzi. Tale aspetto non solo aggrava le emissioni inquinanti, ma incide anche sulla sicurezza stradale.
Il rapporto ISFORT evidenzia inoltre l’importanza del trasporto pubblico locale
, cruciale nelle grandi città. In questo caso, quasi il 18% degli abitanti lo utilizza per gli spostamenti quotidiani. Ci sono però forti squilibri tra grandi e piccoli comuni e tra Nord e Sud. Nei micro-comuni, l’uso dei mezzi pubblici scende al 4,6%. Mentre nel Nord-Est il trasporto pubblico rappresenta il 12% degli spostamenti. Ciò contro il 5,5% che è stato rivelato al Sud.Il calo dell’uso dei monopattini elettrici, accompagnato da una riduzione significativa delle flotte a noleggio, rappresenta un ulteriore cambiamento. Il tasso di incidenti sia diminuito rispetto agli anni precedenti. Eppure, il numero di decessi tra gli utenti è in crescita.
Considerando quanto detto fino ad ora, è evidente come l’Italia fatica a scrollarsi di dosso la sua dipendenza dall’auto. È però importante sottolineare che ci sono, allo stesso tempo, segnali di progresso verso una mobilità più sostenibile. Investimenti in infrastrutture, sicurezza e trasporto pubblico sono fondamentali per affrontare tali sfide.