La NanoGripper è costruita a partire da un unico filamento di DNA, accuratamente ripiegato. In tal modo si formano quattro dita flessibili con articolazioni, collegate a un palmo centrale. Al cuore del suo funzionamento ci sono gli aptameri di DNA, strutture specifiche che agiscono come recettori molecolari. Quest’ultimi sono programmati per riconoscere bersagli specifici. Quando la NanoGripper entra in contatto con il virus, le dita si chiudono automaticamente, avvolgendo il patogeno in un movimento che ne blocca l’attività biologica. Ciò non solo consente una rilevazione estremamente precisa. Offre anche una potenziale inibizione diretta dell’infezione.
NanoGripper è integrato con una piattaforma diagnostica basata su cristalli fotonici. In collaborazione con il professor Brian Cunningham, il team ha sviluppato un sistema in grado di rilevare singoli virus in meno di 30 minuti. Il processo sfrutta molecole fluorescenti che si attivano quando la NanoGripper cattura un virus. Ciò permette un conteggio diretto tramite un semplice fascio luminoso.
Oltre alla diagnostica, le applicazioni terapeutiche sono promettenti. In laboratorio, le nanomani hanno dimostrato la capacità di impedire ai virus di infettare le cellule. Tale soluzione potrebbe essere particolarmente utile per bloccare infezioni respiratorie, creando una barriera preventiva nei punti di ingresso primari del virus.
Gli sviluppi futuri includono l’adattamento della tecnologia per affrontare una vasta gamma di patogeni. Tra cui influenza e HIV. Inoltre, i ricercatori stanno esplorando l’uso delle NanoGripper nella lotta contro il cancro. Ciò programmando le strutture per scovare specifici marcatori tumorali.