Per chi è nato in un Paese come il nostro Internet è una risorsa quasi scontata, ma non è così per tutti e l'ITU ci sprona al cambiamento.

Oggi, in un mondo sempre più digitale, è sorprendente pensare che circa un terzo della popolazione mondiale non abbia ancora accesso a Internet. Soprattutto nelle aree rurali e nei paesi a basso reddito, milioni di persone restano tagliate fuori da quella che per molti è ormai una risorsa indispensabile. Nel 2024, i progressi non sono mancati: 5,5 miliardi di persone sono online, ma secondo l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), 2,6 miliardi, ovvero il 32% della popolazione mondiale, rimangono disconnessi. È una cifra in calo rispetto ai 2,8 miliardi dello scorso anno, ma la disuguaglianza nell’accesso alla rete è ancora evidente.

 

I divari dell’accesso ad Internet nel mondo

Il divario digitale è lampante se si confrontano i paesi ad alto reddito con quelli a basso reddito. Nei paesi più ricchi, il 93% della popolazione è connesso, mentre nei più poveri la percentuale scende al 27%. Nelle città, l’83% delle persone ha accesso a Internet, ma nelle zone rurali solo il 48% può dire lo stesso. Questo significa che non è solo una questione di tecnologia, ma anche di infrastrutture carenti, costi troppo alti e mancanza di competenze digitali. Per chi vive in aree remote o meno sviluppate, essere online è ancora un privilegio.

C’è poi il problema del divario di genere. Nel 2024, il 70% degli uomini è connesso contro il 65% delle donne. In numeri, significa che ci sono 189 milioni di donne in meno online rispetto agli uomini. È un miglioramento rispetto al passato, ma il gap persiste, soprattutto nei paesi meno sviluppati. Al contrario, i giovani tra i 15 e i 24 anni sono il gruppo più connesso: ben il 79% usa Internet, contro il 66% della popolazione generale.

Anche i costi rappresentano una barriera enorme. Nei paesi più poveri, un semplice abbonamento Internet può consumare una fetta importante del reddito medio, rendendo la rete un lusso per pochi. Nei paesi ricchi, invece, il 5G è già una realtà diffusa, mentre altrove resta un sogno lontano.

Secondo l’ITU, nonostante i progressi, c’è ancora molto da fare. Garantire un accesso equo a Internet non è solo una questione tecnologica: è fondamentale per promuovere pari opportunità, sviluppo economico e inclusione sociale su scala globale.

 

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