Pat Gelsinger ha lasciato Intel con effetto immediato, chiudendo così il suo mandato come CEO dopo tre anni. La notizia segna un momento fondamentale per l’azienda americana, che ora si trova in una fase di grande incertezza. Gelsinger, entrato in Intel nel 1979 come tecnico, aveva costruito una carriera straordinaria, raggiungendo ruoli di alto livello. Dopo un periodo come amministratore delegato di VMWare, era tornato “a casa” nel 2021. Ponendosi la missione di rilanciare Intel in un mercato sempre più competitivo. Il suo tentativo di riportare l’azienda al successo però non ha prodotto i risultati sperati. Egli si lascia così alle spalle un’eredità mista di speranze deluse e progetti incompleti.
Dopo Gelsinger, una crisi senza precedenti
L’ uscita di scena di Gelsinger arriva in un momento particolare. Intel sta per lanciare la seconda generazione delle sue schede video gaming. Evento che probabilmente simboleggia l’ultimo atto di una divisione che sembra ormai destinata a essere abbandonata. La guida temporanea dell’azienda sarà affidata al Chief Financial Officer David Zinsner e a Michelle Johnston Holthaus, responsabile della divisione prodotti. I quali agiranno come co-CEO fino alla nomina di un nuovo leader.
Intel è ora alle prese con problemi strutturali che il mandato di Gelsinger non è riuscito a risolvere. Negli ultimi mesi, la società ha dichiarato pesanti perdite nella divisione fonderie. Cosa che l’ ha costretta a doversi rivolgere a TSMC per la produzione dei processori Core Ultra 200V. Nel frattempo, il boom dell’intelligenza artificiale ha premiato aziende rivali come NVIDIA. Lasciando Intel in una posizione marginale nel marcato attuale.
Anche i prodotti di punta non sono riusciti a invertire questa tendenza. Ad esempio, i processori Core 200S, lanciati di recente, non sono riusciti ad impressionare. Specialmente nel settore dei videogiochi. Oltre a questo vi sono stati anche alcuni problemi di instabilità che hanno caratterizzato le generazioni precedenti. In più , sul fronte interno, Intel ha annunciato il licenziamento di oltre 15.000 dipendenti e un imminente rilancio delle sue fonderie. Tutto ciò ha così alimentato speculazioni su una possibile acquisizione da parte di Qualcomm o altre aziende.