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Trattato globale sulla plastica: negoziati in stallo a Busan

L’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi più urgenti per l’ambiente. Ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari, nei fiumi e persino nei terreni agricoli, mettendo in pericolo la fauna, contaminando la catena alimentare e contribuendo al cambiamento climatico. Nonostante la crescente consapevolezza globale, trovare una soluzione condivisa a livello internazionale sembra ancora un’impresa complicata. Prova ne sono i recenti negoziati tenuti a Busan, in Corea del Sud, dove quasi 200 nazioni si sono riunite per discutere di un trattato volto a ridurre la produzione di plastica e migliorare la gestione dei rifiuti. Tuttavia, dopo una settimana di discussioni intense, non si è arrivati a un accordo concreto.

 

Le divergenze sull’inquinamento da plastica a Busan

Le divergenze tra i paesi coinvolti sono evidenti. Da una parte ci sono quelli che chiedono un trattato vincolante, con limiti chiari sulla produzione di plastica e l’eliminazione delle sostanze chimiche dannose. Dall’altra, ci sono nazioni che preferiscono puntare solo sulla gestione dei rifiuti

, evitando di toccare la questione della produzione. Queste divergenze hanno rallentato il processo, tanto che si è deciso di rimandare la questione a una nuova sessione di negoziati.

Alcuni delegati hanno proposto una pausa per riflettere, ma questa idea ha incontrato l’opposizione dei paesi più determinati a ottenere un accordo rapido. Temono che ulteriori ritardi possano compromettere l’efficacia delle misure. Tra gli ostacoli principali ci sono paesi come Arabia Saudita e Russia, grandi produttori di petrolio, accusati di frenare l’adozione di restrizioni alla produzione di plastica. Anche Cina e Stati Uniti, i due maggiori produttori mondiali, mantengono una posizione ambigua, suscitando dubbi sul loro reale impegno.

Gli ambientalisti, comprensibilmente frustrati, sottolineano che le soluzioni esistono già e che è giunto il momento di agire. Senza un accordo forte e vincolante, temono che si finisca con un trattato troppo debole, incapace di affrontare seriamente l’emergenza plastica. La questione resta aperta, ma il tempo stringe e il pianeta non può aspettare all’infinito.

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Pubblicato da
Margherita Zichella