Un blogger cinese ha portato all’estremo il concetto di “demolizione”, disassemblando il chip Kirin 9020 dal Huawei Mate 70 RS Ultimate. Ovvero il modello più prestigioso della nuova serie Mate70. Questo esperimento unico ha permesso di analizzare il nuovo SoC, anche se i dettagli tecnici restano ancora avvolti nel mistero. Il package del Kirin 9020 risulta più spesso e largo rispetto al predecessore Kirin9010, ma nessuna informazione degna di nota emerge dal suo esame visivo.
Huawei, durante il lancio, non ha menzionato le specifiche tecniche del chip, aumentando così la curiosità degli esperti del settore. Attraverso app come HWiNFO e AIDA64, si è scoperto che la CPU include otto core e 12 thread, suddivisi in tre cluster. Tra cui un core principale a 2,5GHz, tre intermedi a 2,1GHz e quattro a basso consumo che non superano 1,6GHz. La GPU Maleoon 920, con una frequenza di 840MHz, completa il quadro tecnico.
Le restrizioni
imposte dagli Stati Uniti continuano a influenzare Huawei, che ha perso l’accesso alle fonderie più avanzate come TSMC e Samsung. La produzione del Kirin 9020 è quindi affidata alla cinese SMIC, un partner meno avanzato. Questa situazione potrebbe spiegare la scelta dell’azienda di non soffermarsi pubblicamente sui dettagli tecnici del SoC. Evitare di mettere in luce potenziali debolezze infatti, sembra essere proprio una strategia mirata a concentrare l’attenzione su altri punti di forza dei Mate 70. Come ad esempio il design o le fotocamere.Alcuni analisti ipotizzano che anche il precedente Kirin9010 sia stato prodotto con tecnologie che aggiravano le restrizioni, sollevando dubbi sulla trasparenza di Huawei. Nonostante questi ostacoli, la gamma Mate 70 riesce comunque ad affermarsi come una proposta competitiva. Anche se limitata dall’assenza del 5G nelle versioni internazionali e dalla mancanza di servizi Google. Con HarmonyOS Next, Huawei punta così a consolidare la sua posizione nel mercato interno, mentre all’estero il futuro resta ancora incerto.