Google sta lavorando per rendere Android più sicuro, e una delle novità è un aggiornamento alla Play Integrity API. Questo strumento permette alle app di verificare se un dispositivo è protetto. Tra le novità più interessanti c’è la possibilità di identificare gli smartphone che non ricevono patch di sicurezza da oltre un anno. Per questi dispositivi, alcune app essenziali, come quelle bancarie, potrebbero smettere di funzionare.
Come funziona la Play Integrity API di Android
La Play Integrity API è stata progettata per aiutare le app a capire se il telefono è sicuro. Con l’aggiornamento, sarà possibile sapere se lo smartphone ha ricevuto le patch di sicurezza Android più recenti, grazie al nuovo verdetto chiamato “meets strong integrity”.
C’è da chiarire che non si tratta del Play Store o delle app, in quanto questo controllo non riguarda nessuna delle due cose. Tutto infatti dipende dalle patch inviate dai produttori. Gli sviluppatori possono già scegliere di integrare questa verifica, ma dal maggio 2025 diventerà uno standard per molte applicazioni, soprattutto quelle che richiedono un alto livello di sicurezza, come i pagamenti o i servizi aziendali.
Questa novità ha un obiettivo chiaro: proteggere gli utenti da dispositivi non sicuri. Ma potrebbe anche causare problemi.
Un altro aspetto riguarda i telefoni con bootloader sbloccati o ROM personalizzate, che spesso non superano i nuovi requisiti. Gli utenti in questione potrebbero quindi ritrovarsi in difficoltà, vedendo limitata la libertà di personalizzare i propri dispositivi.
Google comunque ha intenzioni positive in quanto vuole aumentare la sicurezza per proteggere i dati sensibili. Oltre questo però, c’è il rischio che questo approccio renda Android un sistema più chiuso, penalizzando chi non può permettersi di cambiare smartphone regolarmente.
La sfida ora è senza dubbio quella di trovare un equilibrio tra sicurezza e accessibilità. Ovviamente sarà fondamentale evitare che milioni di persone vengano escluse dalle app più importanti.