Nel corso del question time alla Camera, il ministro Adolfo Urso ha chiarito la posizione del Governo sul taglio al Fondo Automotive. Le preoccupazioni delle associazioni di categoria, sollevate dopo le recenti decisioni, hanno trovato una risposta chiara. Urso ha sottolineato che l’obiettivo è mantenere una dotazione equivalente o superiore ai precedenti 750 milioni di euro. Il fondo auto , ha spiegato il ministro, non servirà più per gli incentivi all’acquisto ma per sostenere le imprese e i loro investimenti produttivi. Il focus sarà sul rafforzamento del sistema industriale italiano, con una strategia a lungo termine. È una scelta condivisibile? Molti si chiedono se questo basterà a rilanciare il settore in crisi.
Urso ha ricordato che restano disponibili 200 milioni per il 2024, cui si aggiungono 500 milioni già previsti dal Pnrr. Ha anche annunciato un piano decennale da 24 miliardi di euro per infrastrutture e investimenti nel settore auto. Una cifra importante che punta in alto e vuol garantire stabilità fino al 2036.
Sfide europee del mercato auto e tavolo Stellantis
Il ministro ha anche affrontato il tema delle difficoltà dell’industria auto in Europa, evidenziando la necessità di un intervento urgente. Ha ribadito che l’Italia, con un documento lungimirante, non mette in discussione l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2035, ma non è totalmente d’accordo sul modus operandi per arrivarci. Propone invece un approccio più pragmatico per accompagnare la transizione senza compromettere il tessuto industriale.
Urso ha infine richiamato l’attenzione sull’importanza del Tavolo Stellantis, previsto per il 17 dicembre. Durante l’incontro, il Governo attende risposte concrete da parte dell’azienda guidata da John Elkann. Riuscirà l’Italia a influenzare le strategie di un colosso globale? Le prossime settimane potrebbero segnare un punto di svolta per il settore auto nazionale e per l’intera economia. Il futuro del settore auto italiano si gioca su scelte strategiche e investimenti mirati. Il dialogo tra istituzioni e imprese sarà cruciale per garantire competitività e sostenibilità. Sarà sufficiente il nuovo fondo per sostenere la transizione ecologica e tecnologica? La sfida è ambiziosa, ma il settore non può permettersi passi falsi.