Una tra le crisi ambientali più impattanti e significative è l’inquinamento da materiale plastico. Annualmente milioni di tonnellate di plastica vengono distribuite, gettate, nell’ambiente causando seri danni alla biodiversità, contaminando anche la catena alimentare. Per produrre plastica inoltre ci sono emissioni di gas serra, nonostante quindi la consapevolezza globale, i trattati stipulati per limitare questo problema fanno fatica perchè si scontrano ancora con alcuni ostacoli.
La plastica rappresenta una vera e propria minaccia globale.
Quasi 200 nazioni si sono incontrate a Busan, in Corea del Sud, con l’intento di definire un accordo per la limitazione di produzione di materiale plastico, ridurre sostanze chimiche nocive e la gestione sostenibile dei rifiuti. Comunque non si è ancora riusciti a trovare un accordo tra le due divisioni principali:
- Paesi “ad alta ambizione”, che sono favorevoli a un accordo che imponga i limiti alla produzione di plastica e l’eliminazione graduale di sostanze nocive.
- Paesi “like-minded”, che preferiscono gestire meglio i rifiuti senza diminuire la produzione.
Luis Vayas Valdivieso, responsabile dei colloqui, sta riconoscendo i progressi, ma ha sottolineato che ci sono delle questioni critiche irrisolte. Di conseguenza si è deciso di proseguire in un altra sessione i negoziati, per risolvere i divari tra le parti. Il presidente ha dichiarato:
“Questi problemi irrisolti rimangono impegnativi e sarà necessario un ulteriore tempo per affrontarli in modo efficace. C’è un accordo generale per riprendere la sessione in corso in un secondo momento per concludere i nostri negoziati.”. La problematica deriva anche dalla forte opposizione che mostrano i paesi grandi produttori di petrolio, come Arabia Saudita e Russia, alla limitazione di produzione della plastica. Oltre 100 paesi appoggiano un approccio ambizioso, anche se la Cina e gli USA, hanno una posizione neutra. Entrambi hanno evitato una dichiarazione diretta, anche se i due paesi sono stati invitati a unirsi alla “coalizione dei volenterosi”.