La NASA ha aggiornato i suoi piani per il programma Artemis, quello che ci riporterà sulla Luna dopo più di 50 anni. Come si temeva, ci sono dei ritardi. Artemis II, la missione che doveva partire nel 2025, è stata spostata ad aprile 2026. E per Artemis III, quella dell’attesissimo ritorno degli astronauti sulla superficie lunare, bisognerà aspettare almeno fino a metà 2027. Insomma, l’attesa si fa più lunga, ma c’è una buona ragione dietro.
Il problema è saltato fuori dopo il volo senza equipaggio di Artemis I: lo scudo termico della capsula Orion, che protegge gli astronauti durante il rientro nell’atmosfera terrestre, non ha funzionato come ci si aspettava. Niente di catastrofico, ma ci sono stati dei distacchi di materiale dovuti ai gas generati al suo interno, che non si sono liberati correttamente. Anche se nessuno sarebbe stato in pericolo, gli ingegneri della NASA non vogliono rischiare e hanno deciso di andare a fondo nella questione. Dopo più di 100 test, sono al lavoro su un nuovo design
per garantire che tutto funzioni perfettamente.Gli astronauti che voleranno con Artemis II, Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e Jeremy Hansen, sono assolutamente d’accordo con questa decisione. Sanno bene che, quando si parla di spazio, la sicurezza viene prima di tutto. La loro missione sarà comunque speciale: sarà la prima volta dal programma Apollo che una navetta con equipaggio si dirigerà verso la Luna. Non ci sarà un atterraggio, ma servirà per verificare tutti i sistemi della capsula, in vista delle missioni successive.
Artemis III sarà invece il grande momento. Gli astronauti atterreranno nel polo sud lunare, un’area mai esplorata prima, con il suo carico di misteri e risorse preziose per il futuro. È lì che la NASA vuole gettare le basi per missioni a lungo termine, non solo sulla Luna, ma anche oltre, verso Marte e il resto del Sistema Solare.
Insomma, bisogna aspettare ancora un po’, ma il sogno di tornare sulla Luna è più vivo che mai. E questa volta, l’obiettivo non è solo arrivare, ma restare.