L’Unione Europea sta accelerando il passo per ridurre la dipendenza dai componenti cinesi nelle batterie per veicoli elettrici. Si tratta di un settore cruciale, come comprensibile, per la transizione ecologica. Con un miliardo di euro in sussidi in gioco, Bruxelles ha stabilito che solo i progetti capaci di limitare l’utilizzo di materiali come catodi e anodi cinesi avranno priorità nei finanziamenti. Questa politica si inserisce in una visione più ampia già avviata. Il continente vuole rafforzare l’autonomia strategica e mantenere la produzione nel continente, in linea con gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050. Anche il trasferimento di competenze sarà fondamentale. La Commissione richiede che i brevetti derivanti dai progetti finanziati vengano registrati in Europa. In tal modo garantirebbe così un know-how interno. Si tratta di un passo deciso per costruire una catena di approvvigionamento indipendente. Con esso si potrebbe competere con i grandi produttori globali.
Progetti Europa su batterie e motori
La spinta europea verso l’autonomia non si limita al settore automotive in sé e alle batterie. Un esempio è l’asta da 1,2 miliardi di euro per incentivare la produzione di idrogeno verde. I progetti selezionati dovranno limitare l’uso di pile per elettrolizzatori di origine cinese al 25%. Una sfida, certo, ma anche una grande opportunità per i produttori europei. Il vincolo sull’approvvigionamento è ancora più stringente nei bandi da 2,4 miliardi per tecnologie a zero emissioni nette, dove si premiano i progetti capaci di ridurre la dipendenza da paesi terzi.
Questo approccio mira a trasformare l’Europa in un leader globale delle tecnologie verdi. Oltre a far salire di livello nella transizione, il piano protegge al contempo le sue economie da rischi geopolitici. La sfida è ambiziosa, ma l’obiettivo è chiaro: un futuro energetico autonomo e sostenibile. Queste misure segnano un cambio di passo decisivo nella politica industriale europea. Ridurre la dipendenza dai fornitori cinesi non è anche di sicurezza strategica. In un contesto globale sempre più competitivo, l’UE punta a garantire una filiera stabile e resiliente per le sue industrie chiave.