Secondo la documentazione ufficiale, quando la funzionalità sarà disponibile l’utente potrà richiamarla tramite un “chip” apposito nella parte alta di un documento vuoto, oppure, passando dal menu File > Nuovo. L’intelligenza artificiale avrà accesso a tutti i documenti del proprio account Workspace e sarà possibile specificargliene uno o più ,usando nel prompt la chiocciola seguita dal nome del file, da usare come fonte dei dati. Google, però, precisa che il documento generato dall’AI non manterrà la struttura o lo stile del materiale originale: inoltre, il tool tra l’altro non avrà neanche la capacità di generare immagini, di copertina o interne alla struttura, di persone.
Google indica tutta una serie di potenziali casi d’uso: proposte, report sull’avanzamento dei progetti, documenti di brainstorming, post di un blog, comunicati stampa, briefing di una campagna marketing, menù per una cena, newsletter per famiglie, itinerari per le vacanze e molto altro ancora. La società precisa di usare prompt più colloquiali e naturali possibile per ottenere i risultati migliori, e nella stessa pagina fornisce tutta una serie di esempi che ritiene ideali.
Google precisa che la funzionalità è già in fase di distribuzione, ma avverrà in modo graduale e solo sul sito Web desktop. Tra l’altro è riservata agli utenti che partecipano alle iniziative Gemini for Google Workspace Alpha e Workspace Labs. Non è detto nettamente, ma è facile immaginare che per il momento sia ad appannaggio degli account che operano in lingua inglese statunitense. Un grande passo avanti.