Il calo della domanda di componenti per auto ha colpito duramente l’azienda. Quest’ultima è già sotto pressione per la transizione verso l’elettrico più lenta del previsto. Inoltre, la concorrenza cinese propone sfide crescenti. I produttori asiatici, infatti, stanno guadagnando una maggiore posizione. Ciò sfruttando le vulnerabilità del mercato europeo. In tale contesto, le aziende tedesche, tradizionalmente sinonimo di qualità e innovazione, stanno lottando per mantenere la loro posizione.
Il provvedimento arriva dopo una precedente riduzione pari a 5.500 posti di lavoro. Inoltre, è stata proposta anche una diminuzione delle ore lavorative
in diverse fabbriche. La causa principale è attribuita alla debole domanda di tecnologie avanzate. Come i sistemi di assistenza alla guida. Ed anche le soluzioni per la guida indipendente.Stefan Grosch, membro del consiglio di amministrazione e responsabile delle risorse umane, è intervenuto sulla questione. Ha assicurato che i licenziamenti verranno gestiti in modo responsabile dal punto di vista sociale. Bosch cercherà di mitigare l’impatto sulle persone coinvolte. L’azienda non è la sola. In generale sono diversi i marchi che stanno affrontando un periodo particolarmente complesso. La crisi del settore automotive non è solo una questione economica. Presenta anche una valenza sociale. Tale situazione presenta conseguenze non solo per le aziende. Ci sono impatti diretti anche sulle migliaia di famiglie legate all’ecosistema industriale europeo. La sfida per Bosch e per l’intero settore sarà trovare un equilibrio tra sostenibilità economica e responsabilità verso i propri dipendenti. Ciò mantenendo viva la tradizione di eccellenza che ha fatto della Germania un leader globale nell’industria automobilistica.