Con Gemini 2.0, Google segna un passaggio fondamentale nel campo dell’intelligenza artificiale. Il modello, presentato dal CEO Sundar Pichai, ora introduce capacità agenziali avanzate che lo rendono molto più di un semplice chatbot. Ma un agente autonomo capace di comprendere il contesto, anticipare necessità e prendere decisioni in completa autonomia. La sua architettura nativa gli consente infatti di gestire e produrre contenuti in vari formati. Ovvero testi, immagini, video, audio e codice. Aprendo così scenari inediti per utenti e sviluppatori.
Gemini 2.0 Flash: velocità e progetti per il futuro
Questo modello rivoluzionario non si limita solo a rispondere agli input. Ma può pianificare azioni, adattarsi ai risultati e completare attività complesse. Le sue capacità includono, ad esempio, il controllo di robot, la risoluzione di problemi e la gestione di conversazioni elaborate. Il tutto è sostenuto da un’infrastruttura all’avanguardia. La piattaforma infatti si basa su dieci anni di ricerca e sfrutta le potenti TPU di sesta generazione. Le quali ora disponibili anche per i clienti tramite Google AI Studio e VertexAI. In più Gemini 2.0, verrà integrato man mano, nei servizi Google, migliorando così numerose funzionalità come la Ricerca. Proprio grazie alla sua capacità di rispondere a query sempre più sofisticate.
A completare l’offerta, Google ha lanciato anche Gemini 2.0 Flash. Ovvero una versione pensata per garantire prestazioni elevate e tempi di risposta molto più ridotti. Questa variante, pur mantenendo le caratteristiche del modello principale, è progettata per offrire un’esperienza più fluida. Quindi ideale per applicazioni dove la velocità è fondamentale. Gli sviluppatori possono già accedervi tramite piattaforme come GoogleAI Studio. Mentre la versione definitiva sarà disponibile dal gennaio 2025.
Per dimostrare il potenziale di questa tecnologia, Google ha introdotto tre progetti sperimentali. Il primo è Astra. Ovvero un assistente in grado di interagire in più lingue utilizzando strumenti come GoogleLens. Il secondo è Mariner, che esplora nuovi modi di interagire con i browser. Il terzo Jules, progettato per aiutare gli sviluppatori lavorando insieme con GitHub.