DNT permetteva agli utenti di segnalare ai siti web, tramite il browser, la propria preferenza di non essere tracciati. Firefox è stato il primo browser a implementarla, ma non si è mai rivelata particolarmente utile o efficace. Semplicemente, le preferenze dell’utente non imponevano alcun obbligo in capo ai siti visitati, che ben si guardavano dal rinunciare ad un’importate fonte di ricavi come la raccolta dei dati.
Molti siti ignoravano queste richieste, trattandole come semplici suggerimenti. In alcuni casi, la funzione si è addirittura rivelata controproducente, facilitando il tracciamento tramite tecniche di “browser finger-printing”, e cioè il riconoscimento e tracciamento di un utente grazie all’interpolazione di tutti i metadati che inevitabilmente lasciamo ogni volta che visitiamo un sito: sistema operativo, browser usato, o risoluzione dello schermo che sia.
Mozilla non è il primo grande attore a fare marcia indietro su DNT. Apple, infatti, ha eliminato la funzione dal suo browser Safari già nel 2019. Browser come Chrome ed Edge continuano a supportare questa opzione, ma con l’abbandono di Mozilla il suo futuro appare incerto.
Mozilla propone di sostituire DNT con l’opzione “Tell websites not to sell or share my data”, basata sul protocollo Global Privacy Control. GPC, per l’appunto introdotto in Firefox 120, offre un approccio più strutturato per gestire la privacy degli utenti. Piuttosto che fare affidamento su richieste non vincolanti, GPC si basa su normative esistenti, come il California Consumer Privacy Act, ma anche l’europeo GDPR, per fornire una maggiore protezione contro il tracciamento.
Con l’arrivo della nuova versione, gli utenti che utilizzavano DNT verranno informati della sua rimozione tramite una notifica. È probabile che Mozilla fornisca istruzioni per abilitare GPC, che ad oggi rimane la soluzione più moderna ed efficiente per limitare il tracciamento dei dati. Insomma, un cambiamento significativo per il mondo Firefox.