La sovrapproduzione asiatica ha portato il prezzo medio dei moduli solari ad alta efficienza a livelli senza precedenti. Secondo un rapporto di pvXchange Trading, a novembre 2024 i prezzi hanno toccato il minimo storico di 0,13 €/Wp. Evidenziando un calo del 43,5% rispetto a gennaio dello stesso anno.
Si tratta di un fenomeno molto interessante. Quest’ultimo ha reso il fotovoltaico più accessibile. Allo stesso tempo, ha anche innescato una competizione spesso basata su pratiche aggressive come il dumping. Vendere sottocosto, come avviene frequentemente con i moduli cinesi, destabilizza il mercato. Ciò rende difficile per i produttori europei competere su basi eque.
Il 2025 potrebbe segnare un cambio di tendenza. Gli esperti, infatti, prevedono una stabilizzazione
dei prezzi. O addirittura un rialzo. Ciò a causa di cambiamenti nelle politiche economiche cinesi. La reintroduzione della tassa sulle esportazioni al 9%. Unita alla chiusura di alcune fabbriche e alla riduzione della capacità produttiva, potrebbe frenare il flusso di moduli a basso costo verso l’Europa. Suddetto scenario apre opportunità per i produttori locali di rafforzare la propria posizione. Puntando su qualità e innovazione.L’Europa, anche se dipendente dalle importazioni, ha iniziato a investire in capacità produttive interne. Con lo scopo di ridurre la dipendenza dall’Asia. Progetti per fabbriche di moduli fotovoltaici di ultima generazione e iniziative politiche mirate. Come i dazi antidumping, stanno gettando le basi per un mercato più sostenibile e resiliente. Il futuro del fotovoltaico europeo non sarà solo determinato dai prezzi, ma dalla capacità del settore di bilanciare convenienza, qualità e sostenibilità. Garantendo così un’energia pulita e affidabile per i prossimi decenni.