Ottenere terre rare, quei 17 elementi della tavola periodica indispensabili per la tecnologia che usiamo ogni giorno, non è semplice. In Europa ci sono due possibilità per procurarsele: l’estrazione o il riciclo. Negli ultimi anni, sono stati scoperti giacimenti importanti in Scandinavia, tra Svezia e Norvegia, e persino in Italia, ma il vero potenziale sembra essere altrove. Secondo uno studio di Transport & Environment, il futuro delle terre rare in Europa potrebbe dipendere dal riciclo delle batterie delle auto elettriche.
Il riciclo delle batterie per il recupero di terre rare
Pensandoci, ha perfettamente senso: il riciclo non è solo più sostenibile, ma anche più rapido rispetto all’estrazione. Recuperare materiali preziosi dalle batterie già esistenti è un modo per ridurre la dipendenza dai Paesi esteri e per rispondere alla crescente domanda di litio, nichel, cobalto e manganese. L’Unione Europea potrebbe addirittura diventare quasi autosufficiente per alcuni di questi metalli entro il 2030. Tradotto in numeri, significa avere abbastanza risorse per costruire batterie per oltre 2 milioni di auto elettriche.
Eppure, questa grande opportunità rischia di andare sprecata. La filiera del riciclo in Europa è ancora troppo fragile. Mancano progetti stabili, i costi energetici sono alti e non ci sono abbastanza persone qualificate per lavorare nel settore. Anche il sostegno economico da parte dei governi è carente. Di conseguenza, quasi la metà della capacità di riciclo prevista potrebbe non essere realizzata, e questo sarebbe un peccato enorme.
Oltre a tutto questo, c’è il tempo. Estrarre materiali vergini richiede anni, mentre il riciclo potrebbe offrire risultati nel breve termine. Per far decollare davvero questa filiera, però, servono più investimenti, regole chiare e una visione condivisa a livello europeo.
Il potenziale c’è, ma non si tratta solo di una questione industriale o economica: riciclare significa anche dare una spinta alla decarbonizzazione, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo un futuro più sostenibile. Insomma, sarebbe un’occasione da non perdere, e sta all’Europa coglierla prima che sia troppo tardi.