Un entusiasmante sviluppo riguarda l’analisi automatizzata degli elettrocardiogrammi (ECG). Grazie a algoritmi di machine learning, è ora possibile interpretare un ECG in soli 37 secondi. Un tempo sorprendentemente breve che può fare la differenza in situazioni critiche come un infarto. Tale strategia non solo accelera i tempi di intervento. Migliora anche l’accuratezza diagnostica. Ciò permette ai medici di agire con sicurezza maggiore. Gli studi indicano che l’uso dell’intelligenza artificiale nella cardiologia d’urgenza potrebbe ridurre la mortalità del 31%. Dettaglio emerso tra i pazienti maggiormente a rischio.
Oltre agli ECG, l’AI è in grado di analizzare con straordinaria precisione altri esami diagnostici. Come le ecocardiografie
, le risonanze magnetiche e le angiografie. Tali strumenti, che un tempo richiedevano ore di lavoro da parte di specialisti, possono ora essere elaborati in pochi minuti. Con un’accuratezza superiore del 98%.Come per ogni innovazione, l’adozione dell’intelligenza artificiale nella medicina pone anche delle sfide. Una delle principali è la cosiddetta “black box“. Ovvero l’opacità dei processi decisionali degli algoritmi, che rende difficile comprendere come vengano generate alcune diagnosi. Tale problema solleva interrogativi etici e legali, soprattutto in caso di errori diagnostici. Per sopperire a tali, l’UE ha ideato l’AI Act. Un regolamento per l’intelligenza artificiale che impone elevati standard di sicurezza per il settore medico. L’AI ha un grande potenziale nel trattamento delle malattie. Ciò rendendo le cure più efficienti. Ma solo un approccio etico e regolamentato potrà assicurare che tali innovazioni siano utilizzate nel migliore interesse dei pazienti.