Quest’ambito è ormai un campo di battaglia strategico tra le due potenze, con Washington che limita l’accesso della Cina ai chip, temendo la controparte. In risposta a queste limitazioni imposte dagli USA, la Cina ha adottato un approccio ben preciso. Il suo obiettivo è sviluppare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) open-source, utilizzabili gratuitamente dagli sviluppatori – al contrario di ChatGPT, ad esempio. I modelli cinesi promettono bene per i costi e per settori come quello aziendale, che li preferisce di gran lunga ai modelli della concorrenza.
Sebbene anche aziende dal calibro di Meta e alcune importanti start-up europee abbiano recentemente lanciato modelli open-source, quelli offerti dalla Cina sono vantaggiosi per la loro possibilità di essere utilizzati a pieno in tutto il mondo. La potenza orientale non intende solo puntare alla creazione di modelli AI sempre più efficienti. Intende dar vita a veri e propri ecosistemi
a 360 gradi, simili agli ecosistemi ormai pienamente riconosciuti da tutti di Apple, Google e Microsoft.Nonostante i progressi, la Cina deve fronteggiare il problema delle restrizioni imposte dagli USA, in particolare quelli prodotti da Nvidia, che al momento sono essenziali per addestrare modelli AI più complessi. Gli Stati Uniti hanno costretto il Paese rivale a sviluppare alternative locali. Aziende come Huawei stanno cercando di ridurre la dipendenza da Nvidia grazie ai propri chip, ma la competizione diventa sempre più difficile. Tuttavia, queste criticità dovute alle imposizioni statunitensi non stanno scoraggiando la Cina, che mira imperterrita ad affermarsi in tutto il mondo come pioniera di nuovi orizzonti per l’AI.