Dal 1° gennaio 2025, l’industria automobilistica europea si troverà ad affrontare i nuovi limiti CAFE. I quali imporranno una media di 93,6g di CO2 per chilometro ai veicoli immatricolati. Questa soglia, considerata da molti troppo restrittiva, rappresenta una sfida anche per Suzuki che, di recente, ha deciso di puntare su soluzioni ibride. A tal proposito Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia, ha espresso la sua preoccupazione. Spiegando come la normativa imponga criteri non equilibrati tra i diversi costruttori. Suzuki, ad esempio, ha già dovuto rinunciare a modelli iconici come Jimny e Swift Sport. Ciò nonostante non fossero particolarmente inquinanti, ma penalizzati dai rigidi parametri assegnati.
Tecnologie alternative e innovazione in casa Suzuki
Nalli ha ribadito come l’approccio esclusivamente elettrico non sia realistico per il mercato attuale. Basta pensare che il 95% delle vendite a novembre sono state di veicoli termici o ibridi, un segnale chiaro della domanda dei clienti. Per il presidente, l’Unione Europea dovrebbe adottare un approccio più flessibile. Ovvero un piano che includa altre soluzioni sostenibili come i biocarburanti, l’idrogeno e i carburanti sintetici. Insomma, tecnologie che potrebbero ridurre drasticamente la CO2 senza sacrificare la pluralità di scelta.
Nonostante le sfide normative, Suzuki guarda al futuro con ottimismo e innovazione. Accanto alla recente introduzione dell’elettrica e-Vitara, la casa giapponese ha già avviato progetti per integrare altre tecnologie a basso impatto ambientale. In India, mercato dove Suzuki vanta una quota superiore al 40%, sta sviluppando soluzioni basate sul biometano. Ricavato da scarti agricoli e zootecnici, il biometano rappresenta un’alternativa valida per ridurre le emissioni.
L’idrogeno è un’altra direzione promettente. Suzuki partecipa al consorzio HISE, che esplora le applicazioni dell’idrogeno nella mobilità. Tra i progetti più importanti, un quadriciclo a idrogeno che ha preso parte alla Dakar. Dimostrando così le potenzialità della tecnologia anche in condizioni estreme. Nalli sottolinea come sia necessario un approccio di “neutralità tecnologica” per bilanciare l’innovazione con le reali esigenze di mercato.
Detto ciò, secondo il presidente di Suzuki, vietare completamente i motori termici entro il 2035 sarebbe un errore. Una transizione graduale, che affianchi elettrico, idrogeno e biocarburanti, permetterebbe di conciliare sostenibilità e accessibilità economica.