La pubblicità online, con una crescita del 55% rispetto ai due anni precedenti, ha generato ricavi per 6,3 miliardi di euro. Raggiungendo così il 32,6% complessivo per il SIC. Tale balzo in avanti è trainato dall’attrattiva delle piattaforme digitali. Quest’ultime offrono strumenti sofisticati. Utilizzati per il targeting degli utenti. Fattore che rende gli annunci più efficaci e mirati.
Per i media tradizionali, la RAI si conferma il principale operatore del SIC. Ciò grazie al canone radiotelevisivo e a una significativa quota di raccolta pubblicitaria. Il colosso Google
segue a breve distanza, consolidando il suo ruolo di leader nel digitale. Con una quota pari all’11,3% sul mercato complessivo.Tale nuovo scenario pone sfide significative. Da un lato, la concentrazione di potere nelle mani di pochi operatori digitali rischia di compromettere il pluralismo informativo. Dall’altro, le normative attuali, concepite per i media tradizionali, devono evolvere per garantire un mercato equo. Solo in tal modo sarà possibile garantire che i giganti del web rispettino standard comparabili a quelli richiesti agli operatori classici.
Il settore delle comunicazioni in Italia, e nello specifico il SIC, non è mai stato così dinamico e complesso. I cambiamenti in atto richiedono una visione strategica che sappia bilanciare innovazione tecnologica, tutela della concorrenza e salvaguardia del pluralismo informativo. Solo in questo modo sarà possibile garantire un sistema equo e sostenibile nel lungo periodo.