Negli ultimi anni, le app per smartphone hanno occupato sempre più spazio nei nostri dispositivi, spesso senza una reale necessità. Tra queste, sorprende l’app di Banca Intesa Sanpaolo, che nella versione per iOS arriva a pesare quasi 700 MB. Una cifra considerevole per un’applicazione pensata per gestire operazioni essenziali come conti correnti e pagamenti. Ma il vero colpo di scena arriva dall’analisi del contenuto: è stato individuato un file audio dal nome insolito, “rutto.mp3”.
Ad occuparsi dell’analisi è stata un’azienda specializzata nell’ottimizzazione delle applicazioni, ovvero Emerge Tools. Stando a quanto riportato, il 64% della memoria occupata che consiste in circa 448 MB, contiene dei framework dinamici. Si tratta di librerie usate appositamente per il funzionamento dell’app che gli esperti reputano in parte eliminabili o sostituibili con qualcosa di più leggero.
Oltre ai framework, altri 72 MB sono occupati dal codice dell’app, mentre 74 MB riguardano immagini e altri asset. Interventi semplici, come la rimozione di file duplicati o l’ottimizzazione delle immagini, potrebbero alleggerire l’app di almeno 140 MB, migliorandone anche la velocità e l’efficienza.
L’uso massiccio di framework dinamici è uno dei principali responsabili del peso elevato dell’app. Banca Intesa ne utilizza ben 230, molti dei quali probabilmente superflui. Questi framework sono progettati per essere compatibili con vari dispositivi, come iPhone, iPad e Apple Watch, ma risultano più pesanti rispetto ai framework statici, rallentando anche i tempi di avvio dell’app.
Secondo Emerge Tools, una possibile soluzione sarebbe convertire parte di questi framework in versione statica. Questo intervento potrebbe ridurre il peso complessivo dell’app fino a 350 MB, garantendo al tempo stesso una migliore gestione delle risorse.
Tra i dettagli più curiosi emersi dall’analisi c’è la presenza di un file chiamato “rutto.mp3”, un elemento che sembra essere stato lasciato nello sviluppo per scherzo o per errore. Sebbene occupi pochissimo spazio, la sua presenza in un’app già pesante come quella di Banca Intesa ha sollevato più perplessità che sorrisi.
Questo episodio evidenzia un problema diffuso nello sviluppo delle app: l’aggiunta di nuove funzionalità spesso non è accompagnata da una revisione del codice già esistente, portando a software sempre più ingombranti e meno efficienti.