L’espansione della capacità solare nell’UE ha mostrato segnali contrastanti. Da un lato si osservano progressi significativi rispetto a dieci anni fa. Dall’altro il tasso di crescita risulta diminuito. Nel 2024, la potenza installata è aumentata, ma solo del 4%. Una cifra decisamente più bassa rispetto a quella ottenuta negli ultimi due anni (53%). Suddetto rallentamento non dipende solo da fattori economici. Ma anche da problematiche strutturali e politiche.
Tra i principali blocchi alla crescita dell’energia solare è la riduzione degli investimenti. Nel 2024, il finanziamento è calato a 55miliardi di euro
. Una diminuzione importante rispetto ai 63 miliardi del 2023. Ciò rappresenta una sfida significativa per l’UE. Quest’ultima deve installare circa 70 GW di nuova capacità solare ogni anno. Solo così sarà possibile avvicinarsi ai traguardi prefissati per il clima. Quest’ultimi presentano come data di scadenza il 2030. La mancanza di infrastrutture adatte e di una rete energetica flessibile rappresentano un ulteriore ostacolo. Suddetto scenario rallenta l’integrazione delle nuove capacità solari. Inoltre, limita l’impatto positivo del settore sulla sicurezza energetica.Nonostante tali difficoltà, le prospettive a medio termine offrono segnali promettenti. Le previsioni suggeriscono che il settore continuerà a presentare una crescita stabile. Nello specifico, è possibile aspettarsi ogni anno incrementi tra il 3% e il 7%. Paesi come Germania, Italia e Francia continueranno a guidare tale espansione. L’energia solare, con il suo enorme potenziale, può ancora trasformarsi nella colonna portante del sistema energetico in Europa. Ma per raggiungere tale traguardo, è necessario un impegno concertato da parte di governi, aziende e cittadini.