I data center sono il centro di tale fenomeno. Le strutture, essenziali per garantire la funzionalità delle applicazioni basate su AI, consumano quantità enormi di energia. Fenomeno necessario per alimentare e raffreddare i server. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, i consumi di energia dei data center potrebbero aumentare. Nello specifico si parla di un raddoppio entro il 2026. Tale incremento potrebbe mettere a rischio la stabilità delle reti elettriche in Nord America e non solo.
A tal proposito, la North American Electric Reliability Corporation ha già lanciato l’allarme. Senza interventi tempestivi, il sistema elettrico potrebbe non sostenere la crescente domanda introdotta dall’AI. Le regioni più vulnerabili, come il Midwest
degli Stati Uniti, potrebbero essere le prime a sperimentare blackout durante i picchi di consumo.Allo stesso tempo, la transizione energetica verso fonti rinnovabili sta procedendo a un ritmo che non compensa la chiusura delle centrali a combustibili fossili. Suddetto squilibrio aggrava ulteriormente la situazione. Inoltre, evidenzia l’urgenza di adottare soluzioni innovative. Tra le risposte più promettenti, emergono i reattori nucleari modulari, compatti ed efficienti. Aziende come Google, Amazon e Microsoft hanno già dato inizio ad una serie di investimenti. Inoltre, hanno stretto accordi con startup specializzate e sviluppando microreattori.
È importante sottolineare che, per affrontare la crisi energetica in modo sostenibile, è essenziale combinare soluzioni tecnologiche con investimenti in reti elettriche più resilienti. Inoltre, è fondamentale una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili. Saranno necessari piani ambiziosi e collaborazioni globali per garantire che l’intelligenza artificiale possa continuare a prosperare senza compromettere la stabilità energetica.