Tutto ha avuto inizio dalla crescente tensione tra gli Stati Uniti e la Cina in ambito tecnologico e strategico. DJI è finita sotto la lente d’ingrandimento per presunti legami con il governo cinese. Alimentando indecisione sulla possibilità che i suoi dispositivi vengano utilizzati per attività di sorveglianza. L’azienda ha reagito con fermezza, avviando un’azione legale contro il Dipartimento della Difesa. Il motivo riguarda l’essere stata etichettata come una azienda militare cinese. Allo stesso tempo, ha espresso preoccupazione per la mancanza di una chiara autorità incaricata delle verifiche sui suoi prodotti, chiedendo un processo trasparente
.Il NDAA pone, inoltre, obiettivi ambiziosi per il futuro. Entro il 2025, DJI potrebbe essere inclusa in una lista speciale della FCC. Ciò significa che sarà necessaria l’approvazione governativa per l’utilizzo dei suoi prodotti negli Stati Uniti. Tale strategia non solo bloccherebbe le importazioni, ma potrebbe anche impedire ai dispositivi già esistenti di funzionare con le reti statunitensi.
E non è tutto. Gli Stati Uniti, uno dei mercati più strategici per DJI, potrebbero influenzare anche altre nazioni, specialmente in Europa Tale scenario costituirebbe un duro colpo per DJI, ma anche per i consumatori e i professionisti che si affidano ai suoi prodotti innovativi. Dunque, il futuro di DJI negli Stati Uniti rappresenta un banco di prova per il più ampio confronto geopolitico e tecnologico tra Washington e Pechino. Le decisioni prese nei prossimi mesi non riguarderanno solo il destino di un’azienda, ma delineeranno il confine tra cooperazione e conflitto.