Usare l’intelligenza artificiale è diventato un’abitudine per gli utenti. Sia in ambito lavorativo che ricreativo infatti le persone tendono a servirsi delle varie AI esistenti come ChatGPT e tanti altri modelli linguistici. Quello che in molti non sanno è che l’intelligenza artificiale sta sollevando diverse preoccupazioni nel settore energetico. Stando dagli ultimi rapporti infatti i vari data center che permettono il funzionamento dell’AI potrebbero causare diversi problemi alla rete elettrica soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. Il problema potrebbe essere grave già a partire dal 2025.
I data center sono strutture fondamentali che servono proprio per rendere disponibili i vari modelli. Le tante piattaforme di cloud computing e anche i vari ChatGPT, Gemini, Gork ecc., fomentando moltissimo il consumo energetico. È previsto inoltre un aumento della richiesta pari al doppio di quella attuale nel prossimo periodo quadriennale.
Stando a quanto riportato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), entro il 2026 i consumi dei data center potrebbero superare i 1.000 terawattora. Si tratterebbe di un livello enorme mai visto prima, portando l’intera rete ad andare in sovraccarico.
Di certo le varie centrali di combustibili fossili che vengono dismesse non sono un aiuto per l’intera situazione. Si viene pertanto a creare uno squilibrio netto tra l’aumento della domanda e la capacità produttiva che è insufficiente.
L’unico modo per fronteggiare un problema di questo genere è investire urgentemente e rafforzare la rete elettrica. Bisogna dunque sviluppare nuove fonti energetiche, sfruttando anche il nucleare. Diverse aziende ci stanno mettendo del loro: