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Big Mama VPN: pericolo per l’app gratuita

L’app gratuita Big Mama VPN ha riscontrato particolare attenzione. Ciò soprattutto tra gli utenti appassionati di giochi in realtà virtuale (VR). Eppure, l’uso improprio di Big Mama VPN sta sollevando diverse preoccupazioni. Sia per il fair play nei giochi sia per i rischi di sicurezza informatica. L’applicazione promette ai suoi utenti una navigazione sicura e anonima. Secondo quanto emerso, però, il servizio nasconde una funzione controversa. Ovvero, vende l’accesso alle connessioni internet domestiche degli utenti attraverso una rete di proxy residenziali. Ciò significa che gli indirizzi IP degli utenti possono essere utilizzati da terzi.

Big Mama VPN: ecco i rischi

Secondo un’indagine di Trend Micro, la rete di proxy residenziali della piattaforma è largamente pubblicizzata su forum di criminali informatici. Qui, vengono venduti pacchetti di accesso agli IP per pochi centesimi al giorno. Offrendo agli acquirenti un potente strumento per mascherare la propria identità online. Tra gli usi più comuni ci sono il phishing

, le botnet e persino gli attacchi DDoS contro obiettivi di alto profilo.

L’uso di Big Mama VPN non si limita alla sfera del gaming. I dispositivi VR di Meta, così come smartphone di marchi popolari come Samsung e Xiaomi, sono tra i più vulnerabili. La preoccupazione maggiore è che connessioni domestiche innocenti possano essere trasformate in armi digitali. Ciò per portare attacchi informatici su larga scala.

Il caso dell’applicazione è particolarmente rilevante per l’intero settore. A tal proposito, è fondamentale che gli utenti comprendano i pericoli delle VPN gratuite. Servizi come Big Mama VPN possono sembrare convenienti, ma compromettono gravemente la privacy e la sicurezza. Mentre agli utenti è richiesto un comportamento più responsabile, le aziende tecnologiche devono rafforzare le difese dei dispositivi. Ciò attraverso diverse misure antiabuso. Con la crescente diffusione di Big Mama VPN, è urgente intervenire per proteggere utenti ignari e limitare l’impatto di tale rete pericolosa.

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Pubblicato da
Margareth Galletta