Negli Stati Uniti, mentre le energie rinnovabili stanno guadagnando terreno, c’è una realtà che sta creando preoccupazione: la crescente domanda di energia. Nonostante la produzione di energia solare sia aumentata, il Paese si trova a dover fare i conti con un possibile rischio di carenza energetica nei prossimi dieci anni. In effetti, secondo un rapporto della U.S. Energy Information Administration, circa la metà degli Stati Uniti potrebbe subire interruzioni nella fornitura di elettricità. La North American Electric Reliability Corporation (NERC) ha lanciato l’allarme, sottolineando che la domanda potrebbe superare l’offerta, mettendo a rischio la stabilità energetica.
Il problema non è solo legato all’aumento del consumo, ma anche ai cambiamenti in corso. Da un lato, ci sono i nuovi data center che alimentano l’intelligenza artificiale, dall’altro, sempre più edifici e trasporti stanno diventando elettrici. In pratica, la domanda cresce a ritmi che le attuali infrastrutture non riescono a tenere il passo. Nonostante gli sforzi per espandere la capacità di generazione elettrica, la situazione sembra essere sotto pressione. La NERC ha indicato che alcune aree del Paese sono più vulnerabili di altre. California, Texas e altri stati potrebbero affrontare carenze energetiche in caso di ondate di calore o freddo estremo.
A complicare ulteriormente la situazione, c’è il fatto che molte centrali a combustibili fossili stanno chiudendo. La NERC ha calcolato che 78 gigawatt di energia sono già stati persi con la dismissione di queste centrali, e altri 37 gigawatt se ne andranno entro il 2034. Un singolo gigawatt, per dare un’idea, è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di un milione di abitazioni. Il problema è che, nonostante il crescente utilizzo di energie rinnovabili, l’infrastruttura non si sviluppa abbastanza rapidamente da colmare il divario tra la domanda e l’offerta.
In definitiva, gli Stati Uniti si trovano ad affrontare una vera e propria sfida energetica. Il futuro potrebbe riservare difficoltà se non verranno presi provvedimenti urgenti per migliorare la rete e soddisfare le crescenti esigenze di energia del Paese.