Il progetto Worldcoin, nato da Sam Altman, ha sollevato diversi interrogativi. In particolare, riguardo il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela della privacy. L’idea di Altman era ambiziosa. Intendeva creare una criptovaluta basata su un sistema di identificazione biometrica unico, sfruttando la scansione dell’iride per garantire sia l’univocità che l’identità degli utenti. Tale sistema, denominato Orb, avrebbe dovuto essere la base per un’identità digitale globale. Il progetto offriva criptovalute gratuite in cambio della partecipazione degli utenti.
Worldcoin è stato bloccato?
La visione dietro il progetto si è scontrata con i rigidi regolamenti europei sulla protezione dei dati. In particolare il GDPR presenta varie limitazioni sull’uso e la conservazione dei dati biometrici. La recente decisione della BayLDA (autorità tedesca sulla protezione dei dati), supportata dall’AEPD spagnola, di obbligare Worldcoin a eliminare tutte le scansioni dell’iride raccolte finora rappresenta un duro colpo per il progetto. Le autorità hanno sollevato dubbi sul trattamento dei dati. Sottolineando i rischi di abuso e violazione della privacy.
La controversia riguarda le modalità di raccolta dei dati biometrici da parte di Worldcoin. L’azienda ha dichiarato che le informazioni non sarebbero state condivise con terze parti. Né memorizzate su server centralizzati. Eppure, sembra che le garanzie fornite non sono sufficienti. Ciò è particolarmente importante in un’epoca in cui la sorveglianza digitale e la protezione dei dati sono temi centrali.
Il progetto di Altman non intende solo rivoluzionare il mondo delle criptovalute. Punta anche ad introdurre un sistema di reddito universale finanziato dai profitti generati dall’AI. La scansione dell’iride avrebbe dovuto prevenire abusi da parte di bot e garantire una distribuzione equa delle risorse. Eppure, l’idea di scambiare dati biometrici per incentivi economici ha sollevato molteplici questioni etiche. Worldcoin dovrà ora ripensare il proprio approccio, bilanciando l’ambizione di creare un’identità digitale globale con il rispetto delle normative e delle preoccupazioni legittime degli utenti.