Un mistero che ha tenuto impegnati gli scienziati per oltre quarant’anni è stato finalmente risolto grazie alla missione Juno della NASA. Che hanno permesso di rivelare l’anomala struttura geologica della luna più vulcanicamente attiva del Sistema Solare.
La Missione Juno fornisce una nuova comprensione di Io
La missione Juno è una sonda spaziale della NASA, lanciata nel 2011 per studiare Giove, il più grande pianeta del Sistema Solare. L’obiettivo principale è quello di comprendere la formazione, la struttura interna, l’atmosfera e il campo magnetico di Giove. Oltre a, ovviamente, raccogliere informazioni sulle sue lune principali. Una luna su cui ci si è particolarmente focalizzati è Io, una delle più vulcanicamente attiva del Sistema Solare, con oltre 400 vulcani in attività. E recentemente, con i risultati pubblicati il 12 dicembre 2024 sulla rivista Nature, si è stravolto ciò che si pensava su questo satellite naturale.
La scoperta si basa su due passaggi ravvicinati della sonda Juno, avvenuti tra dicembre 2023 e febbraio 2024. Durante i quali, grazie ad una distanza ravvicinata di appena 1500 chilometri dalla superficie, si sono potuti raccogliere dati fondamentali. Contrariamente alle teorie precedenti, che ipotizzavano la presenza di un unico oceano magmatico sotterraneo, i dati mostrano che ogni vulcano ha una camera magmatica indipendente.
L’attività vulcanica di Io risiede nella sua particolare orbita attorno a Giove, che provoca un continuo gioco di compressioni e stiramenti noti come flessioni mareali. Questo processo genera enormi quantità di calore e di energia che mantengono attive le camere magmatiche dei vulcani. L’intensa eruzione dei vulcani, invece, è spiegata dalla deformazione costante del satellite, provocata dall’orbita completa ogni 42,5 ore.
Ma queste scoperte non sono relative solo ad Io, siccome anche altre lune come Europa ed Encelado potrebbero essere influenzate dalle forze mareali. Confermare questa ipotesi, ovviamente è possibile solo attraverso la missione Juno, il cui prossimo passaggio ravvicinato è previsto per il 27 dicembre.