Nella Marca Trevigiana, ventisei Comuni hanno subito uno stop deciso: le loro richieste per installare nuovi autovelox fissi e automatici sono state tutte respinte. A restare attivi saranno soltanto i due dispositivi già esistenti, uno lungo la tangenziale di Treviso e l’altro in via Kennedy a Riese Pio X. La decisione arriva direttamente dal prefetto Angelo Sidoti, che ha motivato il diniego evidenziando il mancato rispetto dei requisiti imposti dalla normativa vigente. In particolare, i dati relativi al tasso di incidentalità legata all’eccesso di velocità nei tratti indicati non giustificano l’autorizzazione all’installazione dei dispositivi di controllo.
Un divieto chiaro per chi vuole abusare degli autovelox
Secondo la normativa attuale, l’installazione degli autovelox su strade extraurbane ordinarie e urbane di scorrimento richiede un’approfondita valutazione tecnica e l’approvazione del prefetto. Questo può concedere l’autorizzazione soltanto se viene riscontrato un livello significativo di incidentalità nel tratto di strada interessato. Inoltre, deve essere dimostrata l’impossibilità o la difficoltà oggettiva di effettuare controlli con contestazione immediata, ad esempio a causa delle caratteristiche strutturali della strada o per ragioni legate al traffico.
Per poter avanzare una richiesta valida, i Comuni sono chiamati a presentare un’analisi dettagliata che prenda in considerazione il numero, la tipologia e le cause degli incidenti avvenuti sul tratto stradale negli ultimi cinque anni. Solo attraverso questi dati è possibile stabilire se l’installazione di un autovelox rappresenta una misura necessaria e proporzionata per garantire la sicurezza stradale.
Nel caso delle richieste bocciate, sembra che i parametri richiesti non siano stati soddisfatti. Molti dei tratti individuati, pur essendo percorsi frequentemente da veicoli e in alcuni casi potenzialmente critici, non hanno registrato livelli di incidentalità tali da giustificare l’installazione di nuovi rilevatori automatici.
La decisione del prefetto non chiude definitivamente le porte ai Comuni interessati, ma rappresenta un chiaro monito: senza dati concreti e una documentazione accurata, non sarà possibile ottenere nuove autorizzazioni. Per il momento, quindi, i controlli sulla velocità nella provincia di Treviso resteranno affidati ai due autovelox esistenti e ai tradizionali sistemi di pattugliamento delle forze dell’ordine. Una situazione che potrebbe spingere gli amministratori locali a ripensare le proprie strategie di sicurezza stradale, puntando magari su interventi di altra natura per ridurre i rischi legati all’alta velocità.