È un materiale con una superficie specifica eccezionale. Ovvero pari a 4.800 metri quadrati per grammo. Quest’ultima è ottenuta grazie a un processo ispirato alle reazioni ipergoliche. Ovvero quelle tipiche dell’industria spaziale. Tale approccio, utilizzato in passato per i propellenti dei razzi, ha permesso ai ricercatori di sfruttare reazioni chimiche spontanee e rapide. Quest’ultime sono state usate per creare una struttura di nanotubi di carbonio unica. Partendo da materiali semplici come il saccarosio, il team ha sviluppato una rete intricata di pori microscopici. In grado di catturare il doppio della CO2 rispetto ai carboni attivi convenzionali.
Il carbonio nanoporoso offre anche straordinarie possibilità nel settore energetico. Ciò grazie alla sua capacità di aumentare la densità energetica. Utilizzata per batterie
e supercondensatori. La dimensione e la distribuzione dei pori, infatti, ricoprono un ruolo importante. Allo scopo di ottimizzare i dispositivi di accumulo energetico. I pori sub-nanometrici consentono di raddoppiare la capacità di immagazzinamento dell’energia. Aprendo la strada a batterie più leggere, durature ed efficienti.Un altro aspetto importante è la sostenibilità del processo produttivo. I ricercatori utilizzano una matrice porosa e un trattamento con idrossido di potassio per eliminare le strutture instabili. In tal modo hanno creato un materiale che non solo migliora le prestazioni energetiche. Quest’ultimo risulta anche ecologicamente compatibile.
Sono molte le possibili applicazioni del carbonio nanoporoso. Si parte dalla cattura della CO2 nei processi industriali. Inoltre, sono compresi la creazione di dispositivi di accumulo di energia. Sia per veicoli elettrici e fonti rinnovabili. In tal modo è possibile anche alimentare la lotta al cambiamento climatico.