Il prossimo mese di gennaio sarà emblematico, soprattutto per chi vive a Milano. Il Comune infatti ha pensato di estendere il divieto di fumo, allargandolo a tutte le aree all’aperto di tipo pubblico. Proprio in questo modo che l’amministrazione vuole tutelare i suoi cittadini dal punto di vista della salute migliorando peraltro anche la qualità dell’aria. Si spera dunque di ridurre l’inquinamento che il tabacco causa insieme alle polveri sottili ogni anno.
Divieto di fumo esteso, ecco perché
Ovviamente a restare danneggiato dalla combustione del tabacco non è solo il fumatore in prima persona. L’impatto sull’ambiente infatti è di grande portata, con un fumatore che riesce a produrre fino a 5 tonnellate di anidride carbonica in tutto il suo ciclo vitale. Ogni anno le sigarette producono ciò che generano circa 1,5 milioni di veicoli.
Secondo Elena Grandi, assessora all’Ambiente, il divieto non è solo una misura ambientale, ma un’azione di sensibilizzazione. “Questo provvedimento vuole essere un’azione concreta per la salute e il benessere generale“, spiega Grandi. Questa nuova misura ovviamente comprenderà tutti i prodotti che contengono tabacco. Ad essere escluse sono le sigarette elettroniche. L’obiettivo è quello di proteggere tutti i cittadini dal fumo passivo, soprattutto all’interno delle aree pubbliche.
Un altro problema che deriva proprio dalle sigarette è la produzione di rifiuti. Secondo quanto riportato infatti il 65% dei fumatori si disfa dei mozziconi in maniera impropria. Questo causa dunque la dispersione di sostanze chimiche e micro plastiche in giro. I filtri delle sigarette, non biodegradabili, rimangono nell’ecosistema per anni. Inoltre, anche i rifiuti delle sigarette elettroniche, se non smaltiti correttamente, possono essere ancora più dannosi.
Tutto dunque ora potrebbe cambiare, con le persone costrette ad abbandonare le loro vecchie abitudini. Ovviamente l’obiettivo è quello di migliorare l’impatto sulla società, aumentando i benefici e soprattutto migliorando il coefficiente di vivibilità in questo caso a Milano. Potrebbe essere questo un gran viatico per il futuro di cui tutte le altre città potrebbero tenere conto.