L’intelligenza artificiale si trova sull’orlo di una rivoluzione capace di trasformare radicalmente il progresso scientifico e il nostro modo di vivere. A guidare questa visione c’è Sam Altman, CEO di OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, che in una recente intervista ha delineato scenari che sembrano tratti da un romanzo di fantascienza, ma che potrebbero presto diventare realtà tangibili.
Il futuro dell’intelligenza artificiale secondo Altman
Secondo Altman, ci stiamo avvicinando a una fase in cui l’intelligenza artificiale non sarà solo uno strumento avanzato, ma un catalizzatore in grado di accelerare il progresso scientifico a ritmi oggi inimmaginabili. In pratica, scoperte che richiedono decenni potrebbero avvenire nel giro di pochi mesi, con un effetto domino su medicina, tecnologia ed economia. Non si tratterà solo di automatizzare processi complessi, ma di ridefinire la stessa natura della ricerca scientifica, rendendola più rapida, accessibile ed efficiente.
Ma se la tecnologia corre, cosa succederà alla società? Altman offre una visione cautamente ottimista: pur riconoscendo l’enorme impatto che l’IA avrà su economia, lavoro e relazioni umane, è convinto che le motivazioni profonde che guidano gli esseri umani resteranno immutate. I nostri desideri, i nostri legami e le nostre passioni non saranno cancellati dall’efficienza delle macchine.
Una delle principali distinzioni fatte dal CEO è tra AGI (Intelligenza Artificiale Generale) e superintelligenza. L’AGI rappresenta un sistema in grado di eguagliare le capacità cognitive umane, mentre la superintelligenza si spingerebbe ben oltre, superando gli esseri umani in velocità di calcolo, memoria e capacità di ragionamento strategico. OpenAI sta già lavorando per avvicinarsi a questi traguardi, come dimostrato dalle recenti innovazioni presentate durante l’iniziativa 12 days of shipmas, tra cui nuovi modelli di IA e servizi premium destinati agli utenti avanzati.
Stesso problema, risultati diversi
Tuttavia, non tutti condividono lo stesso entusiasmo. Alcuni esperti di sicurezza dell’IA hanno sollevato preoccupazioni significative, ipotizzando scenari catastrofici in assenza di una regolamentazione rigorosa. Il rischio che un’intelligenza artificiale non controllata possa sfuggire di mano non è solo materia di film distopici, ma una possibilità concreta che richiede attenzione e responsabilità da parte di governi e aziende tecnologiche.
Altman, pur consapevole di questi rischi, crede che il percorso verso l’AGI sarà graduale e meno traumatico di quanto molti temono. Il futuro della superintelligenza potrebbe quindi non essere uno shock improvviso, ma un processo evolutivo in cui tecnologia e società si adatteranno l’una all’altra. È chiaro, però, che il mondo è solo all’inizio di un percorso che cambierà tutto.