Poco prima di Natale, il governo russo ha preso una decisione che ha suscitato molta attenzione: ha vietato il mining di criptovalute in dieci regioni per ben sei anni. Questa mossa arriva dopo mesi di monitoraggio dei consumi energetici legati a questa attività, che è stata legalizzata solo a partire dal 1° novembre scorso. Il mining, che consiste nell’utilizzare potenti computer per verificare le transazioni e aggiungere nuovi blocchi alla blockchain, è noto per richiedere enormi quantità di energia. Si stima che negli Stati Uniti il settore rappresenti già circa il 2,5% del consumo totale di energia, un dato che mette in evidenza quanto questo processo possa essere esoso sotto il profilo energetico.
Il divieto di mining della Russia
Il divieto, che entrerà in vigore a gennaio e durerà fino al 2031, non riguarda solo le regioni tradizionalmente più attive nel mining, ma anche le aree contese della Russia, come Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, tutte zone coinvolte nel conflitto con l’Ucraina. Questi territori, che la Russia considera suoi, sono stati inclusi nella misura, un segno che il divieto ha una portata politica e strategica. Non è però detto che il divieto resti immutato per tutto il periodo previsto: le autorità hanno lasciato aperta la possibilità di modifiche, in caso di variazioni nei consumi energetici o di necessità locali.
La Russia non è l’unico Paese ad aver preso provvedimenti simili. In Kosovo, ad esempio, il mining è stato vietato nel 2022, proprio per ridurre il consumo energetico durante una grave crisi. Anche l’Angola ha seguito una strada simile, mettendo fuori legge il mining a partire dal 2023. In Islanda e Norvegia, invece, non si è arrivati a un divieto totale, ma è stato introdotto un regime di regolamentazione molto stringente per limitare gli impatti sull’energia.
Questo nuovo provvedimento in Russia si inserisce in un contesto globale di crescente attenzione nei confronti delle criptovalute, che, sebbene siano sempre più diffuse, portano con sé anche numerosi problemi legati alla sostenibilità energetica. Nonostante le difficoltà, la Russia continua a mantenere un atteggiamento ambiguo verso le criptovalute, regolamentandole e al contempo cercando di mantenere il controllo su un settore che potrebbe rappresentare una risorsa o un rischio, a seconda delle circostanze.