Dal 1° gennaio 2025, a Milano non si potrà più fumare nei luoghi pubblici all’aperto. Niente più sigarette per strada, ai tavolini dei bar all’aperto o nei parchi. È una decisione importante, pensata per migliorare la qualità dell’aria e proteggere chi non fuma dall’esposizione al fumo passivo. Il nuovo regolamento approvato dal Comune mira non solo a tutelare la salute dei cittadini, ma anche a sensibilizzare le persone verso scelte più consapevoli e rispettose dell’ambiente.
Vietato fumare all’aperto, la svolta green di Milano
Questo divieto non sarà però assoluto: chi vorrà fumare potrà farlo, ma solo mantenendo almeno dieci metri di distanza dalle altre persone. Una sorta di compromesso per evitare un divieto troppo rigido e, allo stesso tempo, garantire un po’ di spazio a chi ancora non riesce a dire addio alle sigarette. Chi non rispetterà le regole rischierà una multa che può arrivare fino a 240 euro.
Un aspetto che ha fatto discutere riguarda le sigarette elettroniche, che sono state escluse da questo divieto. Una scelta che ha sollevato qualche perplessità, soprattutto perché il dibattito sulla loro reale sicurezza è ancora aperto.
Questo nuovo regolamento arriva a vent’anni dalla legge Sirchia, che nel 2003 vietò il fumo nei locali chiusi. All’epoca sembrava un cambiamento epocale, e in effetti lo è stato. Per qualche anno, il numero di fumatori in Italia è diminuito sensibilmente. Tuttavia, negli ultimi tempi, i dati mostrano un’inversione di tendenza: dal 2020 al 2022, la percentuale di fumatori è salita dal 22% al 24,2%. Una crescita che preoccupa, soprattutto se si pensa che il fumo è ancora la principale causa di morte evitabile in Italia, con oltre 93.000 decessi all’anno.
Oltre alla salute delle persone, questa misura affronta anche un problema ambientale spesso sottovalutato. Pochi sanno, ad esempio, che una sigaretta accesa può rilasciare nell’aria più polveri sottili di un’automobile. Senza contare i mozziconi abbandonati, che inquinano strade, parchi e mari.
Milano non è la prima città a fare un passo simile: in molte altre metropoli europee, divieti del genere sono già realtà. Ora toccherà ai milanesi dimostrare che anche qui può funzionare. Il successo di questa iniziativa, però, non dipenderà solo dalle multe o dai controlli, ma dalla capacità delle persone di comprendere il senso di questa scelta. Se tutti faranno la loro parte, Milano potrebbe davvero diventare un esempio virtuoso per altre città italiane.