L’indagine è stata condotta dalle autorità olandesi e francesi. Ha richiesto mesi di lavoro meticoloso. Europol, in collaborazione con diversi Paesi europei, ha intercettato oltre 2,3 milioni di messaggi in 33 lingue diverse. Scoprendo un ampio spettro di attività illecite. Tra cui traffico internazionale di armi e sostanze stupefacenti. Insieme al riciclaggio di denaro. La complessità del caso ha richiesto un’azione coordinata tra Francia, Germania, Spagna, Lituania e altre nazioni, compresa l’Italia
.L’operazione ha portato alla chiusura dei server di MATRIX situati in Francia e Germania. Insieme all’arresto di numerosi sospettati. Tale vittoria rappresenta solo una parte della sfida. Se da un lato lo smantellamento di MATRIX è un risultato significativo, dall’altro evidenzia le difficoltà strutturali nell’affrontare i crimini digitali. La raccolta di prove valide per i procedimenti giudiziari rimane un problema cruciale. Ciò perché spesso le informazioni raccolte dalle autorità sono difficilmente utilizzabili in tribunale.
La chiusura di piattaforme criptate come MATRIX rappresenta un duro colpo per le reti criminali. Ma non elimina il problema alla radice. La capacità dei criminali di adattarsi e sfruttare nuove tecnologie rende evidente la necessità di una costante innovazione. Sia dai governi che dalle forze dell’ordine. Inoltre, emerge l’importanza di una maggiore cooperazione internazionale. Suddetto caso non solo mette in luce le sfide operative nella lotta al crimine digitale, ma solleva anche interrogativi etici e legali sull’equilibrio tra sicurezza e privacy. La battaglia contro il crimine organizzato digitale è lontana dalla conclusione.