Le incisioni, che ricordano i segni cuneiformi impressi su tavolette d’argilla millenni fa, rappresentano unità di informazione codificate con straordinaria precisione. Il nuovo sistema non si limita al tradizionale codice binario “0 e 1”. Introduce un approccio ternario, aumentando così la densità di dati archiviabili.
La tecnologia, guidata dalla dottoranda Abigail Mann dell’Università Flinders, si basa su un polimero innovativo. Quest’ultimo è composto da zolfo e dicidlopentadiene. Tramite una sonda ultrasottile montata su un microscopio a forza atomica, i ricercatori possono creare incisioni con profondità variabili tra 0 e 2,5 nanometri. Ognuna delle quali rappresenta un diverso stato logico. Nello specifico, 0
per nessuna incisione, 1 per una profondità moderata e 2 per una più marcata. Ciò consente di archiviare fino a quattro volte più dati rispetto ai sistemi convenzionali.Oltre alla capacità di archiviazione, il sistema si distingue per la sua sostenibilità. La scrittura, infatti, avviene a temperatura ambiente. Ciò riduce il consumo energetico. Inoltre, il supporto può essere riutilizzato. Per procedere bisogna riscaldare il materiale. Nello specifico, ad una temperatura di 140°C. Ciò permetterà di cancellare le incisioni. Permettendo così un nuovo ciclo di utilizzo. Tale caratteristica non solo riduce i rifiuti elettronici, ma offre una soluzione più ecologica.
La ricerca apre scenari entusiasmanti per il futuro dell’archiviazione dati. Le applicazioni vanno dall’informatica green ai sistemi di memoria avanzati. In tal modo si dimostra che la combinazione di antiche ispirazioni e moderne tecnologie può essere la chiave per soluzioni rivoluzionarie.