La crisi del settore delle auto in Europa si aggrava e colpisce duramente l’industria della componentistica. Nel 2024, secondo un rapporto dell’associazione europea Clepa, sono stati persi oltre 30.000 posti di lavoro, il doppio rispetto al 2023. Questi dati, elaborati per il “Financial Times”, confermano una tendenza negativa. La quale sembra destinata a proseguire anche nei prossimi anni. Grandi nomi come Bosch, Forvia e Michelin hanno già annunciato tagli importanti. Mentre molte piccole aziende hanno presentato istanza di fallimento. L’intero comparto, che attualmente impiega 1,7 milioni di persone, fatica a trovare stabilità di fronte alla transizione verso l’elettrico. Ma soprattutto alla concorrenza
sempre più aggressiva della Cina.
Sfide globali: concorrenza e rivoluzione tecnologica nell’ industria delle auto
A tal proposito, Clepa sottolinea che il motore elettrico, pur essendo al centro del futuro delle auto, richiede un numero inferiore di componenti rispetto a quello a combustione interna. Cosa che causerà, di conseguenza, un’ inevitabile riduzione occupazionale. A dimostrazione di ciò, dal 2020 e oggi, i posti persi nella produzione di motori tradizionali hanno superato di gran lunga quelli creati dalla transizione all’elettrico. A peggiorare il quadro, le vendite dei veicoli elettrici a batteria (BEV) sono inferiori alle attese, aggravando l’incertezza. Eppure, malgrado il saldo negativo registrato nel 2024, le decisioni strategiche per affrontare queste sfide tardano ad arrivare.
Due forze principali alimentano questa crisi. Ovvero l’avanzata delle aziende cinesi, che competono su costi e tecnologie, e il passaggio all’elettrificazione. Progetto che impone investimenti massicci e tempi lunghi per riorganizzare la filiera. La Clepa segnala che il numero di posti creati dall’elettrico, circa 4.450 nel 2024, non compensa i 4.680 persi nello stesso anno nel settore delle batterie. In più, la mancanza di politiche europee incisive per contrastare il predominio cinese e incentivare la transizione ecologica si fa sentire.
A gennaio 2025, la Commissione Europea ha così annunciato un “dialogo strategico” con l’industria automobilistica. Ma i risultati si vedranno solo nel medio-lungo termine. Nel frattempo, il settore rischia di perdere ulteriori posizioni nel mercato mondiale. Insomma, la strada per la ripresa appare lunga e tortuosa, ma è fondamentale per salvaguardare uno dei pilastri economici del continente.