Carburanti, diesel: sta arrivando un aumento dei prezzi

Dopo un periodo di calma apparente, sembra tornare in voga uno degli argomenti cult del 2024: l’aumento dei prezzi del carburante. Il diesel, secondo quanto riportato, potrebbe ben presto risentire di un aumento delle accise.

Il tutto avverrebbe per finanziare il rinnovo del contratto nazionale del trasporto pubblico locale (TPL). Questo coinvolge circa 110.000 autoferrotranvieri. Bisogna ottenere 500 milioni di euro in tre anni, soldi necessari a coprire l’accordo 2024-2026. Tutto dunque si preannuncia drammatico per le tasche degli italiani che verranno di nuovo prese d’assalto.

Un possibile rialzo delle accise per il diesel, ecco come andrebbe a finire

Secondo quanto riportato, il piano prevedrebbe un incremento di un centesimo sull’accisa del diesel già a partire dal 2025, accompagnato da una riduzione equivalente per la benzina. Attualmente, le accise sono così distribuite:

  • Benzina: 0,7284 euro/litro;
  • Diesel: 0,6174 euro/litro.

L’aumento proposto porterebbe nelle casse dello Stato 200 milioni di euro nel solo 2025, arrivando a circa 600 milioni di euro in tre anni, sufficienti per finanziare il rinnovo del contratto del TPL.

Un tema già discusso in passato e che torna d’attualità

L’idea di un riallineamento delle accise non è nuova. Il Governo si era già impegnato con l’Unione Europea ad eliminare i cosiddetti Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), tra cui il vantaggio fiscale sul diesel.

Nel 2024, il tema sembrava essere stato accantonato, ma è ora tornato al centro del dibattito. L’aumento delle accise potrebbe essere introdotto tramite un decreto ad hoc in Consiglio dei Ministri il 20 gennaio o attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe.

Secondo le anticipazioni, l’incremento delle accise sul diesel non si fermerebbe qui. Il Governo starebbe pianificando un riallineamento progressivo tra benzina e gasolio. Il tutto si andrebbe a completare in un periodo di cinque anni. Al completamento, ci potrebbe essere un aumento delle entrate di 600 milioni di euro, fondi che servirebbero a finanziare progetti di pubblica entità.

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