Un’impresa tecnologica straordinaria è stata realizzata da NTDev. Uno sviluppatore noto per le sue modifiche radicali ai sistemi operativi. Egli ha dimostrato che Windows 11 può funzionare con appena 184MB di RAM. Un risultato che sembra fantascientifico per un sistema operativo concepito per hardware di ultima generazione. L’esperimento è stato reso possibile grazie a Tiny11. La versione “alleggerita e personalizzata” di Windows11, progettata per ridurre al minimo i requisiti di sistema. Tiny 11 elimina tutte le applicazioni preinstallate e i servizi non essenziali, come OneDrive. Per potersi concentrare esclusivamente su ciò che serve sareste per far funzionare il sistema operativo.
Windows 11 e l’impatto di Tiny11: tra esperimenti e utilità pratica
La versione tradizionale di Windows 11 richiede oltre 20GB di spazio per l’installazione. Ma Tiny11 riduce questa cifra a soli 8GB, rendendolo un’opzione praticabile anche per dispositivi datati o con memoria limitata. Grazie alla rimozione di processi e applicazioni superflue, questa variante consente al sistema di girare su configurazioni con meno di 200MB di RAM. Le limitazioni però sono evidenti. In un test condiviso da NTDev, il sistema operativo utilizza quasi tutta la memoria disponibile con il solo Blocco note aperto. Evidenziando quanto sia essenziale l’ottimizzazione per raggiungere questi risultati.
Per permettere a Windows 11 di funzionare con così poca memoria, NTDev ha sfruttato il paging della memoria. Una tecnica che utilizza il disco rigido per simulare la RAM. Questo approccio ha reso possibile l’avvio del sistema operativo. Non è la prima volta che lo sviluppatore si spinge a limiti simili. Già in precedenza ha ridotto le dimensioni di installazione di Windows11 a meno di 100MB e installato una versione modificata di Windows 10 in appena 104 secondi.
Questi esperimenti aprono così nuove opportunità per riutilizzare vecchi dispositivi. Tiny11, infatti, dimostra come anche computer datati possano tornare utili con un sistema operativo ottimizzato. Questo lavoro suggerisce quindi che le possibilità di adattamento della tecnologia attuale sono molto più ampie di quanto si possa immaginare.