OpenAI sta facendo parlare di sé non solo per il suo ambizioso obiettivo di sviluppare l’intelligenza artificiale generale (AGI), ma anche per la sua visione ancora più audace di arrivare alla superintelligenza. Sam Altman, CEO dell’azienda, ha recentemente dichiarato che gli agenti di intelligenza artificiale potrebbero entrare nel mondo del lavoro già nel 2025, una prospettiva che promette di rivoluzionare vari settori e cambiare il modo in cui concepiamo la tecnologia e il lavoro umano.
Altman ha parlato con convinzione della capacità di OpenAI di costruire l’AGI come l’abbiamo sempre immaginata, ma la vera novità nelle sue dichiarazioni è la spinta verso la superintelligenza, una forma di intelligenza che, secondo lui, potrebbe superare quella umana e portare enormi benefici all’umanità. La visione di Altman prevede un futuro in cui strumenti di superintelligenza potrebbero accelerare la scoperta scientifica e portare a una prosperità e benessere senza precedenti. A suo avviso, l’AGI non dovrebbe essere solo una versione migliorata dell’intelligenza umana, ma qualcosa che rivoluzioni completamente la nostra capacità di innovare, risolvere problemi e progredire come società.
Questa visione grandiosa però non è senza complicazioni. Infatti, solo qualche settimana fa, Altman aveva dichiarato che l’AGI avrebbe avuto “molta meno importanza” di quanto si pensasse inizialmente, un cambiamento che potrebbe essere legato agli accordi esclusivi con Microsoft, che ha un ruolo importante nel progetto. Nonostante le ambizioni di OpenAI, l’azienda non è ancora riuscita a generare profitti significativi. Il CEO ha riconosciuto che ha sottovalutato il potenziale di ChatGPT Pro, il servizio a pagamento che al momento sta producendo perdite.
Altman ha anche riflettuto sulle difficoltà interne che ha affrontato, tra cui il suo licenziamento temporaneo e il ritorno in azienda, definendo l’incidente come un “grande fallimento di governance”. Per lui, la ricostruzione della fiducia e della credibilità è cruciale per portare a termine la missione di OpenAI, che punta a garantire che i benefici dell’AGI siano condivisi da tutta l’umanità, senza rischi di disuguaglianze o potere centralizzato.