Meta ha recentemente bloccato per mesi gli hashtag legati alla comunità LGBTQ su Instagram, come riportato da User Mag. Termini come #lesbian, #gay, #bisexualpride e #transwomen sono stati censurati nell’ambito delle politiche sui “contenuti sensibili“, che mirano a limitare materiali “sessualmente suggestivi”. Questo blocco ha avuto un impatto significativo sugli adolescenti, per i quali il filtro sui contenuti sensibili è attivo di default. Cercando questi hashtag, gli utenti venivano reindirizzati a pagine vuote con avvisi su presunti “contenuti espliciti”. Meta ha successivamente definito il blocco un errore e ha rimosso le restrizioni, affermando di voler garantire che tutte le comunità si sentano sicure sulle sue piattaforme.
La controversia si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà per i creatori di contenuti LGBTQ su Instagram, che spesso accusano la piattaforma di shadow banning e discriminazione. Nonostante le dichiarazioni ufficiali, i creatori denunciano da tempo un trattamento imparziale rispetto ai contenuti “eterosessuali”, che raramente subiscono restrizioni, anche quando includono elementi espliciti o romantici.
Recentemente, Meta ha introdotto modifiche significative alle sue politiche, tra cui aggiornamenti sul trattamento dei “
contenuti d’odio“. Le nuove regole consentono affermazioni di “malattia mentale o anormalità” basate sull’orientamento sessuale o di genere, se inserite in contesti politici o religiosi. Questo cambiamento è stato percepito come un ulteriore passo indietro nella tutela della comunità LGBTQ, alimentando critiche contro l’azienda.Le scelte di Meta sembrano inoltre allinearsi a un modello più vicino a quello di X (ex Twitter). Tra le modifiche più controverse vi sono l’eliminazione dei fact-checker esterni e l’abbandono delle linee guida che riconoscevano il rischio di violenza offline causata dalla retorica online. Questa strategia è stata attribuita a un crescente avvicinamento del CEO Mark Zuckerberg a figure come Donald Trump.
Tra incontri a Mar-a-Lago e nomine strategiche nel consiglio di amministrazione, Zuckerberg sembra aver intrapreso un percorso che privilegia una visione meno restrittiva, criticando le normative europee contro l’incitamento all’odio e i controlli di terze parti, definiti troppo politicizzati. Queste scelte segnano un cambiamento culturale profondo, con implicazioni rilevanti per la moderazione e la sicurezza online.